Denaro Antonino


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I Vapori del Lago

Il Romanzo

Il Romanzo

"Ci sono pensieri che rimangono per anni nascosti
in un luogo recondito del cervello.
Poi, quando ci si sofferma a riflettere, scevri da ogni
pressione quotidiana scaturita dalla necessità
di guadagnarsi il pane, danno di gomito per uscire allo scoperto..."


Siamo nel 1946, è il periodo della prima immigrazione dei siciliani sulla sponda orientale del lago di Como, gli umori racchiusi in alcuni episodi, scaturiti dall'impatto fra personaggi di culture diverse e linguaggi dialettali diversi, s'incontrano e si scontrano nel medesimo tempo.
Inevitabile il mescolarsi di tradizioni, a volte esageratamente ancorate, e la perdita, da parte dei personaggi, della loro identità con il passare degli anni. Rimane un disagio profondamente nascosto, difficilmente ammesso, che si trascinerà forse per secoli e probabilmente non avrà una fine. Si tratta della perduta identità, della quale non si conosce la consistenza ma che rimane nel cromosoma già fin dalla nascita nelle generazioni che si susseguono.
Il personaggio Salvatore rappresenta soltanto uno strumento che collega nella descrizione le due mentalità: quella del Sud e quella del Nord.
Emerge nel racconto un suo piccolo problema personale ironicamente descritto che si annulla di fronte al problema ben più preoccupante dovuto a suicidi, omicidi/suicidi e disgrazie/suicidi, che sistematicamente avvengono.
Salvatore riesce a trovare alla fine il bandolo delle due matasse: quello personale più plausibile e l'altro ben più impegnativo che lascia al lettore il compito di giudicare se l'epilogo possa avere una valenza realistica.
Il personaggio maresciallo Migneco, aiutato nelle indagini dal carabiniere semplice Grittinu, rappresenta, più d'ogni altro, la provvisorietà del meridionale trasferito al Nord, suo malgrado.



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